Frazione di Santa Domenica
Fra gli scrittori calabresi il primo che abbia fatto cenno del villaggio di Santa Domenica fu Gabbriele Barrio, il quale verso la metà del XVI secolo così scrisse nella sua monumentale opera “De situ et antiquitate Calabriae”: “Come sia stato chiamato questo villaggio io non sono riuscito a saperlo. Ora si chiama Santa Domenica ed a Lei è stato eretto un tempio…” il suo etimo, quindi, ci riporta alla figura della Vergine Santa Domenica, in greco detta “Cyriaca”, la quale, secondo un’antica tradizione, nacque verso il 287 d.C. nella Contrada “Pissione” e fu martirizzata sotto l’imperatore Diocleziano.
Indubbiamente è questa la frazione più popolosa del Comune e più animata sia durante la stagione estiva che durante quella invernale. Il paese che un tempo era tutto raccolto intorno alla sua chiesa, oggi si è dilatato lungo la strada provinciale ed ampliato nella campagna circostante in un crescendo caotico che denota l’assoluta mancanza di un piano urbanistico.
In questo villaggio un tempo sorgevano molte torri fortificate nelle quali si ritiravano gli abitanti quando vi era il pericolo di qualche incursione barbarica. Nelle sue vicinanze era ubicato il porto d’Ercole così chiamato o perché da lui fondato o perché da lui visitato. I miseri avanzi rinvenuti in due tombe scavate nel sentiero lungo la strada che porta a Ciaramiti. (subito dopo il cimitero) ci confermano che questa zona già intorno al XV secolo a.C. era abitata da una popolazione che onorava i morti ed era aperta a contatti commerciali con tutto il mondo antico.