Frazione Brivadi
Le case piccole e basse, le vie strette e tortuose la configurazione topografica uniforme e stipata, rivelano che Brivadi è un villaggio di antico impianto. Il Barrio dice: “Briadum, quod floridus, laetum ac deliciosum significat, cum ficis optimis” che significa “florido, lieto e delizioso, con ottimi fichi”. Gli studiosi moderni, però, ritengono che la sua desinenza in -adi fa pensare al patronimico “oi Bribades” che significherebbe “i discendenti della famiglia Brià o Brias o Briade”.
Questo villaggio anticamente era ricco di vigneti, di oliveti, di gelsi e di alberi di ogni genere di frutta, come fichi seccati al sole o appena raccolti dalla pianta, fichi preparati, pere e pesche pure seccate al sole. Al tempo dei turchi si faceva molto commercio di olio, di frumento e di granturco. Abbondava, poi, la coltivazione del cotone, che veniva lavorato sul posto, dove esistevano maestri nell’arte di lavorare il cotone, che lo ricavavano in gran quantità sia dei propri campi che da quegli degli altri. Gli agricoltori possedevano fino a cinquanta paia di buoi per la lavorazione della terra.
Successivamente, però, a causa delle discordie e delle inimicizie, pervenne alla totale distruzione tanto che padre Sergio arrivava ad augurarsi che Dio tenesse lontano da questo popolo la sua ira.
Nel territorio di questo casale si trovava la Torre Marrana del XIV sec. fatta costruire per difendere le coste dalle incursioni dei pirati.
La chiesa di questo antichissimo borgo è intitolata a San Basilio la cui festa si celebra il 14 giugno.